Testimonianza dell’amica Michela
Che dire di Veronica?
Si potrebbero dire un’infinità di cose… si potrebbe parlare della sua
bellezza, simpatia, gentilezza… Elencare tutti questi aggettivi, così
superficiali, non renderebbero di Veronica un’immagine chiara nei nostri
pensieri. Parlare di lei usando questi piccoli aggettivi lascerebbero la sua
immagine diafana, lontana da noi.
Ma oggi non è questo ciò che voglio. Voglio che tutti noi ricordiamo
Veronica come la persona fantastica che era.
Io e Veronica siamo state vicine di casa per un po’. Ricordo tutte
quelle volte in cui ci incontravamo nel vialetto o sul pianerottolo e il tempo
si fermava quando parlavamo. Ricordo che a entrambe piaceva passare così il
tempo, tra le chiacchiere. Se dovessi usare un aggettivo per descriverla userei
senza dubbio “solare”. Nonostante tutte le sue vicissitudini di vita, non l’ho
mai vista smettere di sorridere, non ha mai negato a nessuno un sorriso o una
parola dolce. Aveva questo potere
incredibile di renderti la giornata migliore solamente con un sorriso. Parlare
di lei mi riporta alla mente tutti i bei momenti passati insieme con lei… Un
aneddoto divertente che molto spesso riaffiora nei miei pensieri è il suo
bizzarro acquisto di una betoniera… Sì, molto probabilmente ora vi starete
chiedendo cosa avrebbe mai potuto farci lei con un simile attrezzo. Semplice:
voleva porre rimedio, come sempre. Riusciva sempre a trovare delle soluzioni
per aggiustare ciò che poteva; in questo caso, la sua casa a Feltre. Folle, direte voi… Beh, sì, lei un po’ folle
lo era, ma di una follia divertente, simpatica.
Una follia che ti travolge in pieno, proprio come una tempesta
improvvisa, una follia che ti rimane dentro per tutta la vita. Questa vita a me
piace chiamarla anche “amore”. Sì,
proprio amore. Veronica ne aveva tanto,
ed era capace di trasmetterlo e condividerlo, in qualsiasi momento. Dovremmo
essere un po’ tutti come lei, un po’ più folli, un po’ più pieni di amore, più
pieni di vita.
Testimonianza di Tatiana
Fragile Veronica, quando penso al tuo vissuto, al nostro rapporto, penso ad un lungo, lungo nastro. Ciascuna di noi è ad un capo. Di che colore è il nastro? Molto variegato: con sfumature di nero dove si nascondono anche vecchie sofferenze e cose non dette; di un bel giallo ad ogni incontro; con sfumature rosa nei momenti in cui cercavi l'affetto... Potrei dare un significato a tanti, tanti altri colori... Il nostro nastro non ha avuto interruzioni, sebbene non ci trovassimo spesso; sembrava che ogni incontro fosse il preludio del successivo. Ti ho conosciuta alla festa degli anziani della parrocchia. Ti sei avvicinata proponendomi il tuo aiuto. L'hai fatto con grazia e...alla fine della fatica ci siamo trovate ad avere un rapporto confidenziale ed hai riso ad ogni mia battuta. Mi sei sembrata un cucciolo da proteggere. Quel giorno orgogliosamente mi hai detto che avevi appena conseguito il titolo di studio. Ti ho detto: "Auguri, che tu possa presto incominciare a sfruttarlo!". Ma purtroppo questo non è avvenuto. Ci incontravamo casualmente, senza fissare un appuntamento. Puntualmente ogni volta mi confidavi qualcosa del tuo passato e mi chiedevi di prolungare l'incontro: "Rimani con me!". Che faccia che hai fatto quel giorno che mi hai detto: "Io sono una figlia di Maria!". Non sapevo che cosa significasse ed ho fatto una smorfia che ti ha fatto tanto ridere. Cosa significasse me lo ha spiegato mio marito. Con lui parlavo tanto di te ed avete allacciato un rapporto fatto di rispetto e tenerezza. L'ultima volta che ci siamo incontrate stavo uscendo dal Centro di Primo Ascolto. Pioveva e tu avevi trovato riparo nel portico della Chiesa. In una mano avevi un ombrello sgangherato e nell'altro la borsa con la spesa. Hai lasciato tutto e mi hai abbracciata forte, forte. Fragile e dolce Veronica! Ci siamo fermate a lungo a parlare e mia hai detto: "Vediamoci!". Quasi che questa volta tu volessi fissare un appuntamento. Ma il Covid non l'ha permesso. Ognuno nel chiuso della propria casa ingigantiva le proprie sofferenze, i propri disagi. Avrei voluto ancora sentire le tue confidenze! Ho appreso della tua morte leggendo il Bollettino parrocchiale. Te ne sei andata il 21 giugno. Mio marito ti aveva preceduto da tredici giorni. Ero triste e nella solitudine mi maceravo nel mio dolore. Riflettevo a lungo e trovavo conforto ricordando, nei ricordi. La vita con me è stata generosa, mi ha concesso tanti incontri positivi, e molto significativo è stato quello che ho avuto con te. Un giorno mi dicesti: "Ti sarebbe piaciuto avermi come figlia?". Subito ti risposi di sì. Ancora oggi dico: "Sì, cara, dolce e fragile Veronica!".
Messaggio dell’amica Carla
16 luglio 2020 ore 21:40
Arcangelo Orazio,
sono Carla con un gruppo di amici.
Vorremmo, se possibile, venire a conoscenza del motivo per cui Veronica ha
scelto di raggiungere il Padre di Misericordia.
Con infiniti ringraziamenti.
Comprendo amici il vostro dolore per la dipartita
di Veronica, ma per lei era arrivato il tempo per il quale tutto ciò doveva
essere compiuto nelle modalità del contesto in causa. Veronica, anima umile,
semplice ed incompresa dai suoi familiari, abbandonata alla deriva, privata
della personalità e dagli affetti, ha vissuto all’ombra di se stessa in attesa
di cambiamenti, ma purtroppo le sue fragilità non le hanno consentito di
rivalutare le proprie capacità di riconquista, le energie sono venute meno,
dimodochè le forze fisiche hanno perso la vitalità e lei si è sentita svuotata
moralmente ed economicamente.
Veronica, più delle volte con l’aiuto di amici ha
tentato di risollevarsi a una nuova vita; ma nella realtà dei fatti, lei si
sentiva di peso e una nullità e da qui la decisione dell’atto!
Amici, non piangetela; ricordatela gioiosa, per
quei pochi momenti di serenità.
Veronica ora è stata accolta in ambienti
meditativi, protetta da angeli preposti per tale missione, in attesa della
revisione del suo percorso vitale!
Con infinito Amore
Arcangelo Orazio
A Vera
Mia cara e dolce Vera,
mi mancheranno le tue mille
lentiggini,
mi mancherà il profumo della tua
pelle,
mi mancherà il tuo respiro
all’unisono col mio,
mi mancherà il tuo sorriso alla Pippi
Calzelunghe,
mi mancherà il tuo sguardo innocente
e ingenuo da bambina impaurita,
mi mancheranno i tuoi passi accanto
ai miei,
mi mancheranno le nostre lunghe
passeggiate in riva al lago,
mi mancherà il tuo sguardo talvolta
assente e perso nel vuoto,
mi mancheranno le tue espressioni
buffe,
mi mancheranno le nostre discussioni,
mi mancheranno le tue battute,
mi mancheranno i tuoi moniti a
godermi maggiormente la vita e a non pensare sempre al lavoro,
mi mancheranno gli occhi tuoi che cercano
di scrutare i pensieri miei
mi mancheranno le tue mani che
accarezzano i miei capelli,
mi mancheranno le tue dita che
intrecciano le mie e trovano conforto,
mi mancheranno le nostre
interminabili telefonate di ogni sera,
mi mancheranno i tuoi abbracci.
Mi mancherai, mia cara e dolce Vera,
non immagini quanto…
Giova
Veronica, “Vera” per gli amici, era una donna insicura che cercava sempre la
compagnia di chi lei reputava migliore. Talvolta le piaceva attirare
l’attenzione e cercava sempre l’approvazione di chi la circondava. Essendo di
personalità debole era spesso soggetta alle decisioni altrui e queste avevano
molta influenza su di lei. Agli occhi della maggior parte delle gente appariva
insignificante; coloro che tuttavia non si fermavano all’apparenza,
all’involucro e provavano invece ad entrare “nel profondo” di Vera riuscivano a coglierne: essenza,
purezza, intuitività e sensibilità.
Conobbi Vera sui banchi di scuola, in occasione del corso che frequentò
durante il biennio 2013-2015.
Riusciva a trasmettere solarità,
gioia e simpatia a tutti, compagni e insegnanti inclusi.
Le sue battute, talvolta
incomprensibili, erano comunque capaci di stemperare alcuni momenti difficili e
pesanti della lezione.
Cominciammo a frequentarci,
accantonando i reciproci ruoli, al termine del suo percorso di studi.
Dopo poco tempo capii purtroppo che
quella solarità apparente celava, in realtà, un malessere profondo che la
logorava da molto tempo, come un tarlo del legno.
Ho attraversato anch’io momenti
difficili, nonostante tutto cercavo di starle vicino e altrettanto faceva lei.
Abbiamo condiviso anche numerosi
momenti felici e spensierati che a sprazzi ci proiettavano addirittura ad una
possibile vita insieme.
Purtroppo non è stato mai possibile
concretizzare tutto ciò a causa del suo carattere instabile che mi faceva
dubitare nel portare a compimento questo passo importante della vita.
Avrei voluto tanto aiutarti ad
eliminare tutti gli scheletri che avevi nell’armadio…
Ho provato in tutti i modi, e tu lo
sai, cara Vera; purtroppo non sono
riuscito e per questo ti chiedo perdono.