Testimonianze


Testimonianza dell’amica Nella, letta al suo funerale

 Ciao sole!
Così mi chiamavi quando entravi in ufficio
con il tuo sorriso disarmante che portava
a volerti abbracciare forte forte.

Dietro quel sorriso
nascondevi un piccolo scricciolo fragile
che cercava tanto amore
che spesso veniva frainteso e non capito.

L'angoscia di quella mancanza d'amore
te la sei portata dietro tutta la vita,
con un vuoto immenso
che non siamo riusciti a colmare,
e alla fine ci ha sconfitto tutti,
e hai fatto la tua scelta.

Sorridi ora, libera e leggera,
in quel cielo che noi,
ora alzando lo sguardo,
scruteremo immaginando con gioia il tuo sorriso.

Ciao Perpy, come ci piaceva chiamarti.
Il tuo sole


 

Testimonianza dell’amica Mariuccia, letta al suo funerale

Cara Veronica,

amica fragile!

Troppo pura per accettare compromessi,

troppo sincera per stare dentro le finzioni.

In cerca di conferme che la vita non ti dava,

in cerca di un abbraccio che ti scaldasse il cuore.

Uno sguardo velato di malinconia,

una risata che sapeva di nostalgia.

Piena, per gli altri, delle attenzioni che avresti voluto per te,

a inseguire una felicità che si nascondeva dietro le nuvole.

Ora il tuo spirito generoso riempie l’aria

e soffia dentro il vento

il tuo saluto sbarazzino

che ci scompiglia i capelli.

Cara Veronica,

un giorno ci ritroveremo

dove tutto sarà più lieve

e, finalmente, sereno.

Ciao, Veronica,

riposa in pace.

 

 
Testimonianza di Giovanni, pronunciata al suo funerale

Ciao Vera,

Ciao Pippi,

Ciao Amore,

tu mi conosci più di chiunque altro e sai che per me, oggi, essere salito sull’altare è qualcosa di veramente straordinario.

Sei tu che mi stai trasmettendo forza e coraggio.

Sono qui a testimoniare l’Amore che provo per te e non ho mai avuto il coraggio di esprimere prima.

Per questo ti chiedo umilmente perdono!

Prego Dio affinchè possa avvolgerti dolcemente fra le sue braccia e finalmente donarti tutto l’affetto e l’Amore che non sono riuscito a darti.
Riposa in pace, Amore mio


 
Testimonianza dell’amica Lisa, postata sui social network

 
Ciao Ve…

Fantastica Ve…

Sempre pronta a far star bene gli altri con le tue risate e le tue uscite pazze, con le tue frasi dolci e la tua presenza.

Continuo a pensare che salterai fuori con una telefonata a dirmi che passi a trovarmi, a farci un po’ di risate insieme, a prometterci un’altra bottiglia di Fragolino.

Anche ieri avrei voluto che entrassi da quella porta a dire: “ah, ah ci siete cascati sono ancora qua!”

Ma non l’hai fatto e non lo farai…

Continuerò a pensare che adesso farai ridere gli angeli, con una spensieratezza che non hai mai avuto…

Avranno un bel peperino lassù!

Ti immagino abbracciata forte dalle nuove anime che ti vorranno bene.

Saprai farti amare anche lì…

Ricordati: “rosso negativo, Dante e Virgilio, uno due o uguali?”

Io non farò più una visita senza pensare a queste cose; non lo facevo già, ma ora non sorriderò più o forse sì, pensando alla mia amicaaa che per troppo poco tempo ha fatto parte della mia vita quaggiù…

Ti voglio immaginare serena a guardarmi dall’alto.

Vienimi a trovare ancora, in qualche sogno, sei sempre la benvenuta…

Ti voglio bene amicaaa Vera (non ti ho mai chiamato così, ti ho sempre chiamato Vero, ma è da maschio eh eh).

Ciao Ve…

Buon riposo…

La tua amicaaa


 

Testimonianza di Mariuccia, postata sui social network

Ciao Veronica,

da lassù o, in qualsiasi posto tu ora sia, so per certo che sarai sicuramente più serena e avrai raggiunto finalmente la pace interiore che qui hai cercato per una vita, ma che noi non siamo stati in grado di offrirti o per la quale tu esigevi la massima perfezione...

È molto che non ci vediamo, sicuramente ti ricordi di me perché Giovanni ci ha fatto conoscere a lezione di primo soccorso sanitario.

Ti sei presentata con poco entusiasmo al primo incontro, timida, silenziosa, ma alla fine qualcosa in te si è aperto e hai iniziato a fare programmi... volevi diventare clown del sorriso perché ti piacevano i colori dei camici, del trucco... ti entusiasmava l'idea di aiutare i bambini a guarire giocando nei reparti di ospedale.

Ricordo così che ti sei congedata promettendomi di sistemare alcune cose tue che avevi in sospeso e che ci saremmo riviste alla lezione successiva.

Ti ho aspettato invano, Giovanni con la sua discrezione mi ha fatto capire tra le righe che avevi bisogno di un aiuto oltre che psicologico anche medico.

La lezione successiva non hai giustificato la tua assenza, ma ho preso la palla al balzo per invitarti a rivolgerti a un centro che ti avrebbe aiutato a far chiarezza dentro di te... anche supportata da una terapia farmacologica... mi promettesti che lo avresti fatto subito.

Ci incontrammo ancora una volta... eri sorridente... mi abbracciavi... ti piaceva la mia presenza... mi promettevi che avresti ascoltato i nostri consigli... ma i tuoi occhi nebulosi mi dicevano il contrario... lasciasti il corso... in seguito seppi da Giovanni che era difficile "obbligarti" a rivolgerti ad uno specialista.

Giovanni si sentiva travolto dal tuo pessimismo, dalla sua impotenza nell'aiutarti... allora si allontanava da te... tu lo respingevi... lo trattavi male... ma gli volevi bene... lo cercavi... lo respingevi... e lo cercavi...

Avevi sete e bisogno di attenzioni e nel contempo le rifiutavi come se tu non le meritassi... come se chi ti voleva bene lo facesse per obbligo, per dovere, per sacrificio... pensavi forse di non avere bisogno di niente e di nessuno, ma che ce l'avresti fatta da sola.

Nel corso del tempo ho perso i contatti con Giovanni e di conseguenza non ho saputo più nulla di te... ora però sono certa che qui il terreno non era buono per farti sbocciare, ma di sicuro in Paradiso si è aperto un fiore semplice... profumato... dal nome VERONICA... perché solo lì hai trovato il tuo grande VALORE... lasciando alle spalle le tue fragilità.

Sono felice di averti incontrata sul mio cammino... buon viaggio... sei speciale!!!

Un grande abbraccio.

Mariuccia


 
Testimonianza di “zio” Aurelio

Sorriso.

La prima immagine che mi si presenta è il tuo sorriso fragoroso, sincero e coinvolgente. Quel sorriso che riempiva il luogo dove ti trovavi.

“Zio…”.

Quando ci vedevamo in compagnia con mio fratello (grazie per avergli rallegrato le giornate e per essergli stata amica), mi venivi incontro e mi chiamavi “zio”.

Un appellativo che mi ha sempre fatto piacere e che forse non ho apprezzato fino in fondo. Ogni tanto ti chiamavo: “stordita”… ma stordita proprio non lo eri.

Come quando a Feltre riuscisti a ritrovare il tuo cellulare nel bosco, ascoltando le sue vibrazioni appoggiando l’orecchio sul terreno. Noi ci saremmo arresi, ma tu con ostinazione non mollasti.

Piccole cose che ti rendevano – sotto certi aspetti – un gigante!

 

 
 
Testimonianza dell’amica Michela

 
Che dire di Veronica?

Si potrebbero dire un’infinità di cose… si potrebbe parlare della sua bellezza, simpatia, gentilezza… Elencare tutti questi aggettivi, così superficiali, non renderebbero di Veronica un’immagine chiara nei nostri pensieri. Parlare di lei usando questi piccoli aggettivi lascerebbero la sua immagine diafana, lontana da noi.

Ma oggi non è questo ciò che voglio. Voglio che tutti noi ricordiamo Veronica come la persona fantastica che era.

Io e Veronica siamo state vicine di casa per un po’. Ricordo tutte quelle volte in cui ci incontravamo nel vialetto o sul pianerottolo e il tempo si fermava quando parlavamo. Ricordo che a entrambe piaceva passare così il tempo, tra le chiacchiere. Se dovessi usare un aggettivo per descriverla userei senza dubbio “solare”. Nonostante tutte le sue vicissitudini di vita, non l’ho mai vista smettere di sorridere, non ha mai negato a nessuno un sorriso o una parola dolce.  Aveva questo potere incredibile di renderti la giornata migliore solamente con un sorriso. Parlare di lei mi riporta alla mente tutti i bei momenti passati insieme con lei… Un aneddoto divertente che molto spesso riaffiora nei miei pensieri è il suo bizzarro acquisto di una betoniera… Sì, molto probabilmente ora vi starete chiedendo cosa avrebbe mai potuto farci lei con un simile attrezzo. Semplice: voleva porre rimedio, come sempre. Riusciva sempre a trovare delle soluzioni per aggiustare ciò che poteva; in questo caso, la sua casa a Feltre.  Folle, direte voi… Beh, sì, lei un po’ folle lo era, ma di una follia divertente, simpatica.  Una follia che ti travolge in pieno, proprio come una tempesta improvvisa, una follia che ti rimane dentro per tutta la vita. Questa vita a me piace chiamarla anche “amore”.  Sì, proprio amore.  Veronica ne aveva tanto, ed era capace di trasmetterlo e condividerlo, in qualsiasi momento. Dovremmo essere un po’ tutti come lei, un po’ più folli, un po’ più pieni di amore, più pieni di vita. 

 


Testimonianza di Tatiana

Fragile Veronica, quando penso al tuo vissuto, al nostro rapporto, penso ad un lungo, lungo nastro. Ciascuna di noi è ad un capo. Di che colore è il nastro? Molto variegato: con sfumature di nero dove si nascondono anche vecchie sofferenze e cose non dette; di un bel giallo ad ogni incontro; con sfumature rosa nei momenti in cui cercavi l'affetto... Potrei dare un significato a tanti, tanti altri colori... Il nostro nastro non ha avuto interruzioni, sebbene non ci trovassimo spesso; sembrava che ogni incontro fosse il preludio del successivo. Ti ho conosciuta alla festa degli anziani della parrocchia. Ti sei avvicinata proponendomi il tuo aiuto. L'hai fatto con grazia e...alla fine della fatica ci siamo trovate ad avere un rapporto confidenziale ed hai riso ad ogni mia battuta. Mi sei sembrata un cucciolo da proteggere. Quel giorno orgogliosamente mi hai detto che avevi appena conseguito il titolo di studio. Ti ho detto: "Auguri, che tu possa presto incominciare a sfruttarlo!". Ma purtroppo questo non è avvenuto. Ci incontravamo casualmente, senza fissare un appuntamento. Puntualmente ogni volta mi confidavi qualcosa del tuo passato e mi chiedevi di prolungare l'incontro: "Rimani con me!". Che faccia che hai fatto quel giorno che mi hai detto: "Io sono una figlia di Maria!". Non sapevo che cosa significasse ed ho fatto una smorfia che ti ha fatto tanto ridere. Cosa significasse me lo ha spiegato mio marito. Con lui parlavo tanto di te ed avete allacciato un rapporto fatto di rispetto e tenerezza. L'ultima volta che ci siamo incontrate stavo uscendo dal Centro di Primo Ascolto. Pioveva e tu avevi trovato riparo nel portico della Chiesa. In una mano avevi un ombrello sgangherato e nell'altro la borsa con la spesa. Hai lasciato tutto e mi hai abbracciata forte, forte. Fragile e dolce Veronica! Ci siamo fermate a lungo a parlare e mia hai detto: "Vediamoci!". Quasi che questa volta tu volessi fissare un appuntamento. Ma il Covid non l'ha permesso. Ognuno nel chiuso della propria casa ingigantiva le proprie sofferenze, i propri disagi. Avrei voluto ancora sentire le tue confidenze! Ho appreso della tua morte leggendo il Bollettino parrocchiale. Te ne sei andata il 21 giugno. Mio marito ti aveva preceduto da tredici giorni. Ero triste e nella solitudine mi maceravo nel mio dolore. Riflettevo a lungo e trovavo conforto ricordando, nei ricordi. La vita con me è stata generosa, mi ha concesso tanti incontri positivi, e molto significativo è stato quello che ho avuto con te. Un giorno mi dicesti: "Ti sarebbe piaciuto avermi come figlia?". Subito ti risposi di sì. Ancora oggi dico: "Sì, cara, dolce e fragile Veronica!".




Messaggio dell’amica Carla

16 luglio 2020 ore 21:40

 

Arcangelo Orazio,

sono Carla  con un gruppo di amici. Vorremmo, se possibile, venire a conoscenza del motivo per cui Veronica ha scelto di raggiungere il Padre di Misericordia.

Con infiniti ringraziamenti.

Comprendo amici il vostro dolore per la dipartita di Veronica, ma per lei era arrivato il tempo per il quale tutto ciò doveva essere compiuto nelle modalità del contesto in causa. Veronica, anima umile, semplice ed incompresa dai suoi familiari, abbandonata alla deriva, privata della personalità e dagli affetti, ha vissuto all’ombra di se stessa in attesa di cambiamenti, ma purtroppo le sue fragilità non le hanno consentito di rivalutare le proprie capacità di riconquista, le energie sono venute meno, dimodochè le forze fisiche hanno perso la vitalità e lei si è sentita svuotata moralmente ed economicamente.

Veronica, più delle volte con l’aiuto di amici ha tentato di risollevarsi a una nuova vita; ma nella realtà dei fatti, lei si sentiva di peso e una nullità e da qui la decisione dell’atto!

Amici, non piangetela; ricordatela gioiosa, per quei pochi momenti di serenità.

Veronica ora è stata accolta in ambienti meditativi, protetta da angeli preposti per tale missione, in attesa della revisione del suo percorso vitale!

 
Con infinito Amore

Arcangelo Orazio

 

 

 
A Vera

Mia cara e dolce Vera,

mi mancheranno le tue mille lentiggini,

mi mancherà il profumo della tua pelle,

mi mancherà il tuo respiro all’unisono col mio,

mi mancherà il tuo sorriso alla Pippi Calzelunghe,

mi mancherà il tuo sguardo innocente e ingenuo da bambina impaurita,

mi mancheranno i tuoi passi accanto ai miei,

mi mancheranno le nostre lunghe passeggiate in riva al lago,

mi mancherà il tuo sguardo talvolta assente e perso nel vuoto,

mi mancheranno le tue espressioni buffe,

mi mancheranno le nostre discussioni,

mi mancheranno le tue battute,

mi mancheranno i tuoi moniti a godermi maggiormente la vita e a non pensare sempre al lavoro,

mi mancheranno gli occhi tuoi che cercano di scrutare i pensieri miei

mi mancheranno le tue mani che accarezzano i miei capelli,

mi mancheranno le tue dita che intrecciano le mie e trovano conforto,

mi mancheranno le nostre interminabili telefonate di ogni sera,

mi mancheranno i tuoi abbracci.

Mi mancherai, mia cara e dolce Vera, non immagini quanto…

 
Giova

Veronica, “Vera” per gli amici, era una donna insicura che cercava sempre la compagnia di chi lei reputava migliore. Talvolta le piaceva attirare l’attenzione e cercava sempre l’approvazione di chi la circondava. Essendo di personalità debole era spesso soggetta alle decisioni altrui e queste avevano molta influenza su di lei. Agli occhi della maggior parte delle gente appariva insignificante; coloro che tuttavia non si fermavano all’apparenza, all’involucro e provavano invece ad entrare “nel profondo” di Vera riuscivano a coglierne: essenza, purezza, intuitività e sensibilità.

Conobbi Vera sui banchi di scuola, in occasione del corso che frequentò durante il biennio 2013-2015.

Riusciva a trasmettere solarità, gioia e simpatia a tutti, compagni e insegnanti inclusi.

Le sue battute, talvolta incomprensibili, erano comunque capaci di stemperare alcuni momenti difficili e pesanti della lezione.

Cominciammo a frequentarci, accantonando i reciproci ruoli, al termine del suo percorso di studi.

Dopo poco tempo capii purtroppo che quella solarità apparente celava, in realtà, un malessere profondo che la logorava da molto tempo, come un tarlo del legno.

Ho attraversato anch’io momenti difficili, nonostante tutto cercavo di starle vicino e altrettanto faceva lei.

Abbiamo condiviso anche numerosi momenti felici e spensierati che a sprazzi ci proiettavano addirittura ad una possibile vita insieme.

Purtroppo non è stato mai possibile concretizzare tutto ciò a causa del suo carattere instabile che mi faceva dubitare nel portare a compimento questo passo importante della vita.

 

Avrei voluto tanto aiutarti ad eliminare tutti gli scheletri che avevi nell’armadio…

Ho provato in tutti i modi, e tu lo sai, cara Vera; purtroppo non sono riuscito e per questo ti chiedo perdono.

 

Nei giorni difficili che sto attraversando, e che mi aspetteranno, continuo a ripetere a me stesso: “Quando avrò bisogno di te, mia cara e dolce Vera, sussurrerò il tuo nome al mio tormentato cuore e spero tu sarai ancora con me…”


IL CUORE  ARDE ANCHE IN PARADISO?...

Il Paradiso è come un fuoco scoppiettante, emanante

calore e scintillìo, sfavillante e brulicante, brillante e irradiante,

ardente e bruciante, ma senza consumarsi mai. Anzi,

trasformando ciò che consuma. Sembra non consumare, ma

consuma. Brucia l’energia della gioia e la trasforma, irradiandola

in luce di Paradiso.

Brucia l’amore che tu rechi a questo fuoco, trasformandolo

in vitalità generante.

Brucia la tua offerta, innalzandola, trasformandola in presenza

incessante a Colui che è il Paradiso. Brucia il tuo desiderio,

trasformandolo in fuoco del Paradiso. I cuori, qui in

Paradiso, non pulsano: ardono.

Sono come fiaccole viventi che nella notte testimoniano

la luce del Paradiso. Qui in Paradiso tutti sono semplicemente

‘martiri’: testimoni ardenti.

Si brucia la proprietà di se stessi, per essere senza proprietà

espropriativi, donativi, gratuiti: è il gratis della grazia.

Il Paradiso è il più alto martirio, la più profonda delle rinunce

che si vanno trasformando in scelte donative, generando

appunto la testimonianza più sublime: il martirio.

Non un martirio del sangue, del corpo, della spada, ma un

gioioso martirio della vita, dell’essere non più proprietà di se

stessi, affidandosi totalmente nelle braccia di Colui che è il

Paradiso.