Immaginiamoci poi quando doveva seguire su un libretto preghiere e liturgie!
e avanzata, che non può avere a che fare con problemi umani al di là delle possibilità
del momento. Come a far intendere che il Signore sarebbe venuto solo dopo, quasi un accessorio in quella loro vita di clausura. Lasciamo perdere il triste epilogo della vicenda. Riscattata invece da altre suore di clausura meno moderne esteriormente, ma più umane e accoglienti.
Tempo fa Vera mi confidò di avere vissuto una breve,
ma intensa esperienza presso il Monastero “Maria Immacolata” situato a
Montello.
Incontri di
preghiera, riflessioni e condivisioni con le sorelle monache, per approfondire
e vivere la fede.
Il monastero è
stato fondato nel 1969 da un gruppo numeroso di giovani sorelle provenienti dal
monastero Maria SS. Annunciata di Zogno.
L’apertura della
nuova casa fu consigliata alla fraternità, composta allora da 70 monache e
ricca di vocazioni, dal Vescovo Mons. Clemente Gaddi per facilitare la vita
comune e regolare.
Nel 1986 alcune
sorelle dei monasteri di Zogno (tra le quali l’allora Madre superiora, Suor
Costanza Boffelli, parente di don Luciano) e Montello danno vita alla
fondazione di un altro monastero, dedicato a Maria Madre della Chiesa, a
Paderno Dugnano in provincia di Milano.
Nel 2000 i tre
monasteri si sono costituiti nella federazione Maria Stella
dell’Evangelizzazione.
Incuriosito da
quanto mi riferì Vera, feci una
ricerca in rete e scoprii che tra la metà del ‘600 e gli inizi del ‘700 visse Veronica
Giuliani, clarissa (1660-1727).
Santa Orsola
Giuliani nasce a Mercatello, presso Urbino.
A 17 anni si fa
“clarissa” nel monastero delle clarisse cappuccine di Città di Castello (PG),
coronando un’infanzia segnata da una fervorosa pietà e muta il proprio nome di
battesimo con quello di “Veronica”.
La severa regola
delle clarisse prevede vita di preghiera, silenzio e nascondimento.
Veronica si
adegua ad essa con tutto l’ardore del suo giovane cuore.
Dio ricambia
questo suo amore trascinandola in straordinari slanci mistici, culminati nel
dono delle stigmate.
Perché di tutto
questo non si perda traccia, il confessore impone di tenere un diario su cui
raccontare quanto le avviene.
A proposito
delle stigmate Veronica scrisse:
“Quando vidi
queste stigmate esteriori, io piansi molto e con tutto il mio cuore pregai il
Signore di volerle nascondere agli occhi di tutti”.
Viene esaudita e
molti, anche tra le sue consorelle, vengono a conoscere la sua straordinaria
vicenda solo dopo la morte, avvenuta venerdì 9 luglio 1727, dopo 33 giorni di
malattia.
Il corpo mostra
ancora i segni della passione e il suo cuore, all’autopsia, rivela una
trafittura che lo passa da parte a parte.
Ci si starà
chiedendo:… il senso di tutto questo?
Ho notato, oltre
ovviamente al nome, alcune interessanti similitudini tra la vita di Vera e quella della Santa: infanzia
difficile, tormentata, tendenza a nascondersi da tutti e slanci mistici/ spirituali.
Anche Vera
scriverà alcune riflessioni in cui esprimerà disagio e sofferenza interiore,
come ingredienti della sua profonda spiritualità.
ATTENZIONE…O CONCENTRAZIONE, IN PARADISO?
Mi sono accorto che in Paradiso non ci si distrae mai.
Si è sempre attenti. C’è come un richiamo
all’attenzione,
a ciò che vivi. E questo richiamo l’hai dentro di te.
Per cui,
vivi in pienezza, sempre, quello che ti è dato.
C’è come un alone di attenzione che permea tutta
l’atmosfera
del Paradiso. E anche tutti.
Tutti sono attenti a quello che
vivi, nessuno è mai distratto da te.
E non è uno sforzo, questo atteggiamento. È una realtà
naturale. È così, in Paradiso. Ma ciò che accresce
sempre
più questa naturale e serena attenzione è che senti di
avvicinarti
sempre più a Colui che è il Paradiso. Sei attento
perché si avvicina, in ogni cosa che succede, ad ogni
passo, e sempre di più.
Per questo sei profondamente attento, e non ti distrai
mai da questo Centro di attenzione.
Sei cosciente di essere un nulla, perché ti senti
perdere
in questa infinità, e allo stesso tempo ti accorgi di
essere
protagonista, non per tuo merito, in questa
meravigliosa
avventura. E l’attenzione che vivi ti fa collegare e
coniugare
questi due atteggiamenti, che parrebbero contrastanti
e inconciliabili. Già: in Paradiso, tutto appare come
un
puzzle dove tanti elementi diversi si richiamano e si
collegano
per formare un’unità, che attraverso di te trasmette
gioia e dona nuove possibilità di vedere e rivedere
tutto
quello che avviene come motivo di serenità crescente e
incessante.