"Donnnnn...!"


2012: “Dooonnn…”

 
Mentre passeggio per il quartiere, ecco sfrecciare accanto a me una persona in bicicletta che sfiorandomi mi avvolge con un saluto tra l’orientale e il misterico: “Dooonnn…” e subito sfreccia via veloce.

Chi mi saluta così, lasciandomi quasi un alone di mistero, stupore, curiosità e meraviglia? Mi volgo indietro, ma la persona è già lontana con la sua bicicletta. Sono incuriosito, affascinato e coinvolto in modo eccezionale da quel saluto mai così ricevuto… Chissà chi sarà? Qualche giorno dopo, ecco ripassare lei a piedi e salutarmi di nuovo così. Al che, stavolta mi fermo, la blocco davanti a me e chiedo: “Chi sei?  Sei di qua? Dove abiti? Come ti chiami?” Così, ecco la prima conoscenza con Veronica.

Lei mi racconta qualcosa di sé, della sua vita e della sua presenza a Bergamo. Io sono qui dal 2006 ma solo adesso, in questa strana occasione, la noto come presenza amica. Dove era stata finora ed io dove ero prima, perché mai l’avevo vista? Eppure sono sempre in giro per il quartiere… mai l’avevo notata e nemmeno lei si era fatta conoscere in alcun modo prima… Dopo qualche scambio di parole, siamo andati dal fotografo e ci siamo immortalati in queste foto. 

 

 
                                        Dal fotografo: “Troppo seria!”…”Sorridi!” …”Ecco, così va’ meglio!”

 
Fin dall’inizio ho intuito la preziosità di questa ragazza; dopo i primi incontri, viste le sue difficoltà a trovare un alloggio sereno, in accordo con don Mario, l’ho accolta in ospitalità, dapprima saltuariamente, poi sempre più stabilmente e in continuità. Lei viveva sempre in nascondimento e senza ostentare la sua presenza, quasi impercettibile, pur vivendo nel cuore della comunità; quando ci vedevano insieme la presentavo scherzosamente come la “perpetua”. Grazie alla sua bella presenza, lascio immaginare i commenti: “Ah, la sua perpetua? ... Che perpetua! ...” oppure: “E’ l’amante del don…?”, “Ah, però… vorrei avere anch’io una perpetua così! ...” e via di seguito.

Chi era per me Veronica, in verità? All’inizio una persona in difficoltà da accogliere, per cui mi sentivo colui che assisteva. Ben presto mi sono accorto che in realtà era lei che assisteva me, senza fare, ma semplicemente con la sua preziosa personalità. Come nel caso della trasformazione della rana, diventavo consapevole che – sebbene indirettamente – lei per me diventava sempre più profondamente… e non saprei come altrimenti meglio descriverla, una direttrice spirituale.

Certo, lei non se ne accorgeva né assumeva questo ruolo; credo tuttavia profondamente che la vita abbia regalato questo segno nel mio percorso di questi anni per essere aiutato ad essere me stesso.

Un segno, un piccolo segno del Grande Spirito Universale
che regge tutto l’universo.

 

SIAMO A CASA IN PARADISO?

 


Ti trovi subito ‘a casa’, in Paradiso. Sei dentro, in

sintonia con tutti, in accordo pieno, a tuo agio, in famiglia,

e con una profondità tale che è come inabissarsi in un

oceano, scrutando ora qua e là i nuovi mondi, le nuove

realtà fino ad allora sconosciute, e che senti ti stanno

diventando familiari.

Più entri dentro il Paradiso, e più ti si aprono nuovi

oceani in questa immensità. Più il Paradiso entra dentro di

te, e più in te vedi aprirsi nuove profondità, e ti scopri aperto

a nuove situazioni e disponibile a nuovi mondi. Senti di

essere come il Paradiso, e percepisci che il Paradiso è un

‘Colui’: come te, Persona.

Non solo come te, ma dentro te. Nel Paradiso ti immergi.

E questa è un’avventura. Avventura dell’intimità; non

quella che si restringe nell’intimismo, ma quella che apre

alla dimensione sacra di un Paradiso infinito. Il ‘dentro’ è

come se si propagasse al ‘fuori’.

Più entri nell’intimità, nella sacralità, più entri nell’immensità.

Ogni tanto mi viene da chiedere: ma adesso, dove ci troviamo?

In quale parte, in che luogo del Paradiso? La risposta è

sempre più profondamente questa: dentro! Sta di fatto che

questo essere dentro ti fa escludere ogni problema di solitudine.

Ti senti sempre ‘con’ il Paradiso.

Ma non nel senso che non stai da solo, che c’è tanta

gente. Qui ti senti soprattutto in comunione: ecco in che

senso ‘con’.

Il Paradiso ti invita dentro la stanza

dell’intimità, per un rapporto pieno e concreto, intenso

e piacevole. Ecco: il piacere.

Ti piace stare in Paradiso. Proprio come è un piacere il

rapporto con una persona che ami. E non intendo solo un

rapporto morale, spirituale, amicale, ma soprattutto: sponsale.

La piacevolezza del Paradiso consiste nel piacere,

quello puro e non contaminato, quello non scadente ma

esaltante e arricchente, il piacere fatto di luce: di Paradiso.

Paradiso e piacere: un binomio ottimo. Paradiso è piacere:

un’unione superlativa.

Piacere di stare dentro, con Colui che è il Paradiso.

Dentro questo piacere entri, sempre di più, senza fine. Ma

non è come il piacere umano, che si esaurisce, ed è finito.

No. Questo di piacere è progressivo: più entri dentro, più

ti si fa dentro e ti fa essere così: uno che vive del piacere

del Paradiso. Un rapporto sponsale.

Ecco il segno umano del rapporto del Paradiso.