Per chi le è stato vicino...


Chissà se ancor potrò

finchè quaggiù vivrò

ancor sperimentare

un tal segno d’Amore.

 

Tra tante cose belle

che come caravelle

son passate da me

ce n’è una da re.

 

E ciò che riferisco

non è soltanto visto

ma inciso veramente

nel cuore e nella mente.

Non è solo apparenza

di amici per la mensa

si tratta di una essenza

che cambia l’esistenza.

 

Una persona Vera

riparte quando è sera,

ti addita al suo tramonto

di cosa è fatto il mondo.

 

E solo allor capisci

ti chiedi e ti stupisci

se quello che hai incontrato

è tuo o lei te l'ha donato.

 

Per fato o per destino

o per voler divino

in questa tua esistenza

noi rimaniamo senza.

 

Senza quel segno raro

che ci ha presi per la mano,

ci stretti in un abbraccio

che ha sciolto il nostro ghiaccio.

 

Rare le cose belle

che non come caramelle

sciolgono nel piacere

duran per poche ore.

 

Di questa sua rarità

intuimmo la verità

e allor chi più chi meno

viaggiò su questo treno.

 

Ma il viaggio di nostra vita

è come una partita;

e se da noi è partita,

ci addita a un’altra vita.

 

In questa nostra squadra

qualcosa ora non quadra;

sarà la mente o il cuore,

o un dubbio col Signore.

 

Ma da che parte sia,

dal gioco non vien via.

Se Vera è la partita,

ancor non è finita.   


Disegno di Veronica all'età di 8 anni



Ringraziamo
chi in questi ultimi anni
le è stato vicino:

 

-       Tatiana, del Centro Ascolto: per averla ascoltata e confortata con umanità

-       Mariuccia: per averle dato supporto amorevole e psicologico

-       Lisa e gli amici del negozio Islenghi per il supporto di amicizia

-       Anna: per esserle stata vicina col suo sorriso di madre

-       Don Mario: per averle dato ospitalità in comunità facendola sentire in famiglia

-       Don Matteo: per averle tra l’altro regalato la campanella di cioccolato                      in occasione dell’ultima sua Pasqua

-       Don Gianpaolo: per esserle stato sinceramente vicino in amicizia

-       Paolo benzinaio: per le sue battute ironiche e averle gonfiato le ruote della bici

-       Michela: per aver avuto compassione e comprensione là dove ella non ne aveva

-       Massimo: per averle assemblato la famosa Betty, la piccola betoniera                  per sistemare la soletta di Feltre

-       Eugenio: per averle fatto la terapia al piede dopo l’intervento all’alluce vago

-       Renato e Nella: per averla coinvolta in diverse iniziative, facendola sentire meno sola e più inserita nella società, nonché averle fornito supporto morale

-       Laura e Remo: per averla sempre accolta con simpatia,                                           aiutandola a relativizzare i problemi

-       Il “baffo” del ristorante di Forno d’Allone:                                                           l’ha accolta in simpatia, ha anche pregato con lei… e poi, in sintonia con lei.

-       Giò del ristorante di Seriate

-       Marina la dottoressa

-       Sayed il suo medico

-       Assunta l’infermiera

-       Dr. Moleri

-       Conte Augusto: per averle dato amicizia, sostenuta burocraticamente e assistita nel suo ultimo incidente

-       Vito: per averla portata in montagna

-       Signor Colla

-       La compagnia con la quale si è recata a Medjugorje

-       Simone: per averla aiutata nelle questioni bancarie

-       Emily di Montisola: per aver condiviso con lei le belle e lunghe serate

-       Zia Agnese

-       Zio Aurelio

-       Le Suore di clausura di Montello

-       Suor Stefania dell’eremo di Grosseto alla quale Veronica regalò la macchina da cucire elettronica

-       Avv. Giuseppe Togni, che oltre all’amicizia, la sostenne nel cammino legale

-       Signor Colle: per aver cercato di risolvere l’annoso problema della vendita della casa di Feltre
  -     Dottor Zanella

  -     Infermiera Annamaria
 

LA CONTRADA DI VILLAGA (Feltre):

-       Valentina: per aver condiviso momenti di amicizia e i preziosi dialoghi serali

-       Massimiliano: per averla sostenuta e incoraggiata non solo a parole, ma dandole una mano per la sistemazione della soletta

-       Irene: per averla accolta nelle pause caffè

-       Rosetta: per averle dato esempio di forza nella debolezza

-       Il vicino di casa – che ora acquista la famosa casa all’asta – che l’ha aiutata tappezzando le falle del tetto e sistemando inconvenienti del fabbricato.




 


Luoghi significativi della sua vita


-       Bergamo

-       Ferrara

-       Feltre

-       Ospedale di Bergamo

-       Palazzago

-       Montisola

-       Riva di Solto

-       Pesaro

-       Costa Imagna

-       Loreto Bg



Il suo ultimo dipinto...


UNA CONVERGENZA PARADISIACA!

La conversione si trasforma, qui in Paradiso, in convergenza.

È un atteggiamento squisitamente positivo: dà alle

molteplici situazioni del Paradiso il senso del convergere

sempre e sempre più, a mo’ di confronto, verso un unico

punto: Colui che è il Paradiso.

È quasi un’onda magnetica che stabilizza la sintonia; è

una convergenza che migliora sempre più la rettifica dell’essere

in Paradiso. La convergenza è un richiamo benevolo

e benefico che percepisci, e che segui con gioia, consapevole

che il convergere in direzione del richiamo ti fa

essere meglio convergente a te stesso.

È una rettifica sul positivo, e non una correzione sul

negativo. È una rettifica di rotta intrapresa, e ti fa procedere

nel modo migliore, adeguato a te, secondo la tua singolarità,

valorizzando la tua originalità. È come una presa di

coscienza sempre in atto. In modo estremamente naturale.

In Paradiso non si sta a pensare, si procede con coscienza.

Non ci sono scuole, uffici, studi da fare, approfondimenti

teorici, letture o spettacoli, maestri o discepoli.

Ogni insegnamento proviene dalla tua coscienza che procede

convergendo sempre più a Colui che è il Paradiso.

Questa è la coscienza del Paradiso. In questa coscienza

convergente sta la sapienza di chi vive in Paradiso.

Convergendo con coscienza si gusta e si assapora, in questo

collegamento di confronto, la vera sapienza. Proprio

come la conversione allora, anche la convergenza qui è un

atto non dell’intelligenza, ma della coscienza di vita. In

Paradiso dunque non si sta immobili, come statuine. Ci si

volta anche, per convergere meglio.

Nella convergenza sperimenti l’abbraccio e il sostegno

di tutto il Paradiso, e soprattutto di Colui che è il Paradiso,

che - usando un’immagine pur sbiadita - posandoti le mani

sulle spalle ti dice: ‘Bene, avanti, prosegui!’. È, insomma,

una conferma. La convergenza è la conferma, la confermazione

che ti viene data in Paradiso.

In questo atteggiamento di confermazione ti senti sempre

più abilitato a procedere non a nome tuo personale, ma

nel nome di Colui che è e ti fa essere Paradiso. Come tutti

gli atteggiamenti e le realtà che qui si vivono, questa convergenza è un dono.