Riva Vera


Riva VERA

(L’ultima gita)

Mia cara e dolce Vera,

alcuni giorni prima della tua prematura scomparsa ci siamo recati sulla sponda ovest del lago d’Iseo: Riva di Solto; una piccola perla incastonata tra il blu dell’acqua e il verde della collina coltivata a vite e soprattutto ad uliveti.

Una località che ti è rimasta sempre nel cuore e abbiamo visitato durante le diverse stagioni della vita.

Com’era consuetudine, hai aperto la casetta contenente libri in prestito.


Anche se avevi difficoltà a leggere, ti piaceva moltissimo aprire quella porticina e controllare quali testi vi fossero.

Ne sceglievi uno a caso e poi lo sfogliavi.

Quel giorno eri serena, felice, spensierata e nulla faceva presagire allo sciagurato gesto che di lì a poco avresti compiuto.

Con noi c’era anche Nuvoletta.

Ti voleva molto bene: ogni volta che ti vedeva scodinzolava e non smetteva di girarti intorno perché voleva attirare la tua attenzione, voleva che l’accarezzassi.

Durante la sosta per un pic-nic, in riva al lago, mi facesti notare una piccolissima rana fra i fili d’erba.

Non riesco ancora a capacitarmi come riuscisti a vederla.

Poco dopo notai io tante piccole rane, simili alla prima, che dall’acqua cercavano di nuotare verso riva.

Senza esitare un attimo ti precipitasti nell’acqua per recuperarle e con le tue esili mani le appoggiasti sul telo mare: una, due, tre…


 


Hai sempre avuto una forte affinità con le rane ed anche in quest’ultima circostanza è avvenuto il singolare incontro…

 
 
 

Non sono mai riuscito effettivamente a comprendere per quale motivo Vera avesse questa affinità con la rana. Nel corso degli anni aveva collezionato una miriade di modelli: in vetro di Murano, terracotta, plastica, metallo… Ricordo che un giorno addirittura mi regalò una cravatta verde con raffigurate delle rane. Non l’ho mai indossata in passato, solo recentemente, in occasione del suo funerale. Alcune persone sono completamente incantate dalla rana. Le rane sono come piccoli miracoli evolutivi che vanno trasformandosi sotto i nostri occhi. Nel loro ciclo di vita l’intera evoluzione viene rivelata. In dodici settimane la rana cambia il suo ambiente e così anche la forma fisica, adattandosi alle varie situazioni, passando da una esistenza solamente acquatica ad una terricola anfibia, sostituendo le branchie con dei polmoni atti a respirare anche in superficie, in età adulta. La coda che funge da timone e motore per muoversi nell’ambiente acquatico viene persa con la crescita e il passaggio a una situazione più anfibia, tutte trasformazioni che portano alla luce cambiamenti profondi interiori a livello simbolico per quanto concerne una persona. La rana è un totem per le persone che hanno subìto passaggi molto importanti e pressoché devastanti nella loro vita, ma ne sono usciti accresciuti. I significati simbolici della rana sono: rinnovo, buona fortuna, percettività, intuitività, sensibilità e trasformazione. La rana è la prova che la trasformazione può portare alla liberazione. Metaforicamente, la trasformazione consente alla rana di camminare in due mondi, attraverso una strabiliante auto-evoluzione. La rana esce vincitrice sia nell’acqua che sulla terra da adulta, divenendo così anche simbolo di adattamento. Le persone si sentono come galleggianti tra due mondi, ma senza appartenere di preciso a nessuno dei due. 

Vera non è mai riuscita ad adattarsi completamente al mondo terrestre; adorava il mondo acquatico, tant’è vero che riusciva a restare immersa per ore in acqua senza alcun problema ed era anche un’abile nuotatrice.