La forza del “dentino”
può accrescere l'affetto.
Non è tanto l'effetto
a far stupir di getto,
ma è il veder più in là
di questa sua diversità.
Ed anche la sporgenza
dei denti in apparenza
ottien più che clemenza
aprendo una nuova via
di chi sta in simpatia.
Ed ecco che il dentino
richiama al topolino,
a un fare birichino
e un po' anche sbarazzino.
Sporgendo dalle labbra
quel segno già ti abbraccia
e ti rosicchia amore
come un buon intenditore.
Sporgendo il suo dentino
già scorgi il suo destino:
sporgendosi alla vita
in trappole è finita.
Ma è ancora la sporgenza
che ha mosso un'emergenza
trovandoci in credenza
amore e non parvenza.
Dentino in simpatia
qualcun lo mandò via
mostrando in quell'effetto
disprezzo e anche rigetto.
Ma altro in questo corso
a rosicchiar si è mosso
prendendo dal dentino
un mirabile spuntino.
Rosicchiando insieme a te
quel mondo che non c'è,
che sol la tua sporgenza
fa uscir dall'apparenza.
siam stati un po' vicino;
ci lasci a lumicino
la forza del dentino.
COSA VEDIAMO APPENA ARRIVIAMO IN PARADISO?
Cos’hai di fronte, davanti allo sguardo, quando sei in
Paradiso? Avevo pensato di essere faccia a faccia con
un
Qualcuno. Avevo pensato di avere di fronte un’immensa
natura paradisiaca. Avevo immaginato di vedere un
mondo bellissimo da poter descrivere nei più piccoli
particolari
e presentarsi lì, subito, come panorama. Avevo
sognato queste e simili cose.
Ma mai avrei pensato di trovare quello che veramente
appare di fronte agli occhi: puntini. Tantissimi, e in
lontananza,
su uno sfondo neppure colorato, anzi, un po’ sbiadito.
Puntini. Sorrido.
Adesso che mi è tanto semplice e naturale
vedere il Paradiso, penso proprio di averlo già un
tempo
intravisto, e tante volte, stropicciando per caso le
dita sugli
occhi, e vedendo... sì, proprio una specie di questo
sfondo
del Paradiso. Il Paradiso - non c’è proprio niente da
fare -
è fatto di cose piccole, che si aprono, che, se ci
guardi dentro,
appaiono e si rivelano per quello che sono: più
gustose,
preziose e importanti di ciò che tu potevi immaginare
come l’infinito e la grandezza più immensa. Eh, sì.
Perché
mancava, finora, il punto - vorrei quasi dire: il
puntino - di
vista: quello del Paradiso.
In quanto a piccolezza,
penso proprio che il Paradiso sia il... massimo!
Più piccolezza di così, non si potrebbe proprio.
Sorrido
ancora, perché finora misuravo il Paradiso col metro
dell’infinità,
mentre basta poco, forse meno di un millimetro,
per vedercelo già dentro, tutto quanto e vivo.
Ad ogni situazione nuova, in Paradiso, corrispondono
tanti nuovi puntini, che poi ti si rivelano come le
realtà che
ti vengono date in dono in quell’incontro. Non li ho
mai
contati, nemmeno quando ne avevo pochi di fronte,
forse
perché scompaiono subito, per rivelarti quello che
nascondono;
o forse perché sono più attratto e desideroso di
incontrare la situazione che dietro il puntino appare.
O forse ancora perché, in fin dei conti, i puntini in
se
stessi non sono niente più che puntini: valgono solo
come
segni, trattini di collegamento con le cose che
indicano.
Certo che non avrei proprio mai pensato di porre
attenzione
a dei puntini, qui in Paradiso.
Inizierei col chiamarli: i puntini della metamorfosi:
della
trasformazione, più che della rivelazione. Perché, se
è
vero che essi rivelano, però dicono anche ciò che
avviene
in questa rivelazione: una metamorfosi. Il puntino,
insomma,
è la punta del Paradiso: la percezione più attenta e
preziosa
di ciò che è Colui che è il Paradiso, e di conseguenza
tutto il Paradiso.
In quel puntino c’è il germe della vita, il DNA,
potremmo
dire, del Paradiso, la sua essenza, centralità e
profondità,
ciò che fa essere e trasformare in meglio tutto quanto
esiste qui. Quel puntino è una concentrazione somma di
tutte le potenzialità esistenti qui.
È un racchiudersi in un bozzolo vitale. È come quel
baco da seta che si costruisce il bozzolo e si
racchiude in
esso; e in esso vive la sua morte metamorfosante,
trasformantesi
in vita migliore: in quella farfalla che, piena di
colori, prenderà il volo per una nuova avventura.
In questo puntino si racchiude dunque Colui che, come
il baco da seta, muore, germinando la vita, trasformandosi
in irradiazione di vita universale.
Tutto ciò però racchiuso in quel puntino. Un piccolo
punto. Come tutti quei puntini. Un punto da capire.